La bellezza nell'inaspettato, Febbraio 2019

Monica Coppola, Scrittrice


Una fotografia è la custodia di un momento, di un’emozione.

Affinché possa davvero raccontare qualcosa di te è importante che “scatti” anche un’empatia tra chi è davanti e chi invece si trova dietro l’obiettivo.
Io e Anna non ci conoscevamo: ci siamo date appuntamento un sabato mattina di febbraio, animate dalla voglia di sperimentare, accolte dalla luce della Torino d’inverno.

Desideravo delle fotografie che mettessero in luce la mia parte più naturale, autentica. Degli scatti che potessero danzare insieme alla mia scrittura, che mettessero in luce le storie che amo raccontare.

Anche Anna ed io, ci siamo “raccontate” in modo spontaneo, io parlavo e lei scattava. Ci scoprivamo e nello stesso tempo scoprivamo angoli incantati della nostra città: la fotografia ti insegna a cambiare prospettiva, ad osservarti con occhi differenti; a cogliere i dettagli di qualcosa che magari è sempre stata lì, davanti ai tuoi occhi, ma tu non hai mai visto prima.

A me è successo quel giorno, passeggiando per Torino insieme ad Anna: la città si svelava, si mostrava spontaneamente, senza filtri come stavo facendo io con lei. Mi sono rimaste nel cuore due immagini a cui sono particolarmente legata: la foto della “Porta azzurra” come la chiamo io, che mi rappresenta totalmente. Anna ha saputo cogliere l’istante, il momento sospeso, l’attimo prima del “grande salto” quello in cui le dita sfiorano non solo una porta ma anche una parte nuova di te che tu non conosci ancora ma è lì e tra poco l’aprirai e nei tuoi occhi c’è da una parte il timore per l’ignoto, dall’altra la consapevolezza che è così che si cresce, che si va avanti: aprendo porte che non conosci.

La seconda, in bianco e nero, è più malinconica e intensa è quella che mostra il profilo e quello della Mole: mi ricordo il portone da cui eravamo entrate, la mia esitazione per i muri scrostati, per qualche bottiglia vuota abbandonata sulle scale. Ma Anna sorrideva e allora l’ho fatto anche io.

Lasciarsi fotografare vuol dire fidarsi.

Ho visto la finestra: entrava una luce calda che avvolgeva tutto quello che stavo vedendo: i tetti, il cortile, il profilo della Mole. Mi è entrata dentro quella luce. Ha illuminato l’attimo e aperto un’altra prospettiva, un’altra dimensione. Anna ha scattato.


Saper fotografare per me vuol dire questo: cogliere la bellezza nell’inaspettato. Monica Coppola.







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